Pignoramento stipendio presso terzi
Se non hai pagato uno o più debiti, il creditore può rivolgersi al Tribunale Civile (o il Giudice di Pace) di competenza e richiedere che vengano pignorati dei tuoi beni per pagare i debiti insoluti: ad esempio un’auto, una moto, degli immobili, denaro sui conti correnti, ma la pratica più comune è quella di aggredire lo stipendio o la pensione. Questa forma di pignoramento viene chiamata pignoramento stipendio presso terzi (i terzi sono il datore di lavoro, chiamato terzo perché non coinvolto nel rapporto tra debitore e creditore), che può essere fatto per un massimo del 20% dello stipendio mensile. Tutti i creditori possono attivare una procedura di pignoramento dello stipendio presso terzi, quindi non solo le banche, ma anche l’Agenzia delle Entrate, i fornitori, gli ex coniugi per gli alimenti non pagati, chiunque vanti un credito certo ed esigibile. Di norma lo stipendio è spesso il primo bene che il nostro creditore cercherà di attaccare, in quanto per una serie di motivi questa azione è quella più facile per il creditore:
- Al contrario di beni fisici, che andranno sequestrati e venduti con impegno di denaro e tempo, la pignorabilità dello stipendio permette al creditore di incassare velocemente denaro contante.
- È relativamente semplice sapere dove una persona lavora e pignorare lo stipendio risulta più facile di altre forme di aggressione al patrimonio del debitore.
- È una procedura molto più veloce rispetto al pignoramento di un immobile.
Pertanto se abbiamo un reddito fisso e non stiamo pagando i nostri debiti, dobbiamo sapere che molto probabilmente il creditore ricorrerà ad un tribunale per ottenere un pignoramento.
Quali redditi è possibile pignorare?
Possono essere pignorati lo stipendio, tutti i tipi di pensioni e la NASPI. Per quanto riguarda il pignoramento NASPI (assegno disoccupazione), vi sono regole simili a quelle pensioni, ovvero può essere pignorato il quinto ma solo di quanto eccede l’assegno sociale aumentato della metà.
Pignoramenti stipendio: prassi
Il pignoramento dello stipendio non è una procedura immediata, ma la legge a salvaguardia del debitore obbliga ad una serie di passaggi formali che spesso richiedono molti mesi. In particolare, i passaggi per arrivare al pignoramento dello stipendio presso terzi sono i seguenti:
- il debitore di norma intima il pagamento del dovuto, tramite una lettera di diffida, che può essere scritta dal debitore stesso o da un suo avvocato; se il cliente non paga, il creditore avvia una pratica in Tribunale, per ottenere il Decreto ingiuntivo, un atto giudiziario, dove viene riconosciuto dal tribunale il diritto del creditore a incassare e quantificate le somme. Questo atto, viene notificato al debitore, per cui gli arriverà una busta verde (quella degli atti giudiziari) con una copia dell’atto
- se il debitore non paga ancora, il Tribunale emette un precetto, ovvero un ultimo avviso che impone al debitore di pagare, avvisandolo che in caso contrario si avrà la possibilità di procedere con il pignoramento. Anche questo atto viene notificato: quando arriva la notifica del precetto significa spesso che ormai il pignoramento è vicino, perché la parte più importante del procedimento, che porta al pignoramento, è stata fatta.
- se anche in questo caso il debitore non paga, arriverà il pignoramento: è bene sapere che spesso il pignoramento viene notificato prima al datore di lavoro che al debitore, e quindi potremmo avere la brutta sorpresa della trattenuta in busta senza che sia ancora arrivata la busta verde del pignoramento.
Pignoramento stipendio limiti
La Legge stabilisce un limite pignorabilità stipendio pari a un quinto del totale netto mensile, quindi ad esempio 200€ su uno stipendio netto mensile di 1000€. Non esiste quindi un massimo assoluto pignorabile dello stipendio ma il massimo si calcola in relazione allo stipendio del debitore. Il trattamento di fine rapporto/servizio (TFR o TFS per gli statali) è sottoposto agli stessi limiti. Per cui se un creditore pignora lo stipendio e vengono versate al dipendente quote del TFR queste verranno pignorate per la stessa percentuale dello stipendio stesso.
Limiti pignoramento superati
Difficilmente capita che le somme pignorate superino i limiti di legge e soprattutto è estremamente raro che possono pignorare tutto lo stipendio, ma se dovesse accadere il pignoramento è nullo. La nullità può essere richiesta dal debitore o rilevata d’ufficio dal giudice; è importante sapere che per il debitore l’ultimo momento in cui far valere l’eventuale nullità è durante l’udienza che si tiene per l’assegnazione delle somme (la cui data di svolgimento viene sempre notificata al debitore). Partecipare (o farsi rappresentare) a questa udienza è quindi particolarmente importante per difendere i propri diritti.
Pignoramento stipendio: obbligo del terzo
È bene sapere che il datore di lavoro è obbligato per legge a trattenere i soldi e a comunicare i dati del debitore, pena pesanti sanzioni anche penali. A questo punto, il datore di lavoro trattiene un quinto dello stipendio, fino alla data dell’udienza fissata dal giudice, per permettere al debitore di difendersi, se ci sono motivi per farlo. In questa udienza viene anche definita definitivamente la data del pignoramento e la durata. Una volta che l’udienza viene chiusa, il debitore non c’è più una via di fuga: fino a quando non sarà saldato il debito, dal suo stipendio sarà trattenuto 1/5 dell’importo. Il datore di lavoro sarà infatti obbligato per legge a trattenere 1/5 dello stipendio e a versarlo direttamente al creditore finché il debito non sarà completamente saldato. Il creditore non può pignorare più di 1/5 dello stipendio, che viene calcolato sul netto dello stipendio e non sul lordo, ossia tolte le imposte. Si tratta di un procedimento valido per qualsiasi tipo di stipendio, a prescindere dall’importo erogato dal datore di lavoro
Pignoramento dello stipendio e perdita del lavoro
Se il debitore perde il lavoro, per qualsiasi motivo, il pignoramento cessa, in quanto non ci sono più somme da pignorare. Se però si trova un nuovo lavoro, e il creditore ne è a conoscenza, potrà riavviare il pignoramento stipendio presso il nuovo datore di lavoro, chiaramente rifacendo di nuovo una parte della procedura, con tutti i costi e le tempistiche connesse. E’ per questo motivo che normalmente il pignoramento dello stipendio viene fatto solamente alle persone che hanno un contratto di lavoro stabile.